In “Bestiari, Erbari, Lapidari” c’è la prima immagine di un uomo di fronte a un pinguino imperatore. La prima della storia. Quell’uomo è Roald Amundsen, l’esploratore che per primo mise piede al Polo Sud. Lunedì 2 dicembre 2024 alle ore 15 al cinema Sivori di Genova (salita S. Caterina 54 r.), il film sarà presentato dai due registi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti in un incontro moderato da Luca Malavasi, docente di Storia e analisi del film all’Università di Genova.
L’appuntamento è organizzato da Circuito in collaborazione con l’Università di Genova – DIRAAS Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica Arte e Spettacolo.
Inoltre, mercoledì 3 dicembre sarà possibile assistere a un secondo incontro con i registi, aperto a tutti, nell’Aula M di via Balbi 4, alle 11.
«La prima volta che abbiamo visto queste immagini – raccontano i registi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti – siamo rimasti ipnotizzati. Il bianco della neve e del cielo avvolgono tutta la scena: le due sagome nere si fronteggiano con un movimento inverso: l’uomo avanza e il pinguino indietreggia. Il fotogramma li contiene entrambi fino a quando il pinguino camminando all’indietro si allontana fino a sparire. Così abbiamo scoperto che queste immagini erano state filmate durante la spedizione al Polo Sud di Roald Amundsen nel 1910-1912 che aveva raggiunto l’Antartide con quella che probabilmente è l’imbarcazione di legno più resistente della storia, il Fram. Questa immagine che ha tutta la potenza del cinema delle origini è diventata l’immagine del manifesto cinematografico del nostro ultimo film, “Bestiari, Erbari, Lapidari”».
“Bestiari Erbari Lapidari” è stato presentato fuori concorso alla 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia ed è distribuito da Luce Cinecittà. È un documentario “enciclopedia” diviso in tre atti, ognuno dei quali tratta un singolo soggetto: gli animali, le piante, le pietre. Un omaggio a quegli “sconosciuti” e per certi versi alieni mondi con cui dovremmo essere in costante dialogo dal momento che costituiscono la parte essenziale della nostra esistenza sul pianeta Terra. Strettamente connessi tra loro, gli atti del film disegnano uno sviluppo drammaturgico unico. Ogni atto è infatti un omaggio a uno specifico genere del cinema documentario. “Bestiari” utilizza immagini d’archivio per descrivere come e perché il cinema ha ossessivamente rappresentato gli animali. “Erbari” è un documentario poetico d’osservazione, girato all’Orto Botanico di Padova. “Lapidari”, infine, è concepito come un film industriale sulla trasformazione della pietra in memoria collettiva. “Bestiari Erbari Lapidari” vuole essere un viaggio sentimentale tra cultura, scienza e arte del nostro vecchio continente.